A
CHIETI LUGLIO
AGOSTO 2004
Quest'anno
la partenza per le vacanze, per la prima volta è da Trento,
destinazione il mare di Francavilla."....per quest'anno
non cambiare stessa spiaggia, stesso mare..e come l'anno
scorso al mare col pattino...E' il giorno 18 luglio mattina
del 2004, sono le 6:39 e io a bordo della mia Ford Fiesta
grigio metallizzata, sto scendendo la collina di Meano per
andare a prendere l'autostrada del Brennero direzione
Verona. La strada è libera e i kilometri passano in fretta
quando all'altezza di Modena un banco di nebbia abbastanza
esteso, insolito per il periodo. Si passa da una luminosità
accecante, 37°c al buio quasi assoluto e per una decina di
Kilometri. Primo caso a mia memoria e dire che di viaggi in
macchina e in questo periodo e a queste latitudini ne ho
fatto. Tutto ritorna alla normalità e l'asfalto, come un
lungo serpentone torna ad essere divorato dalla macchina.
Alle 13:30 siamo in vista del campanile di San Giustino
sulla collina di Chieti e telefoniamo subito alla mia mamma
per farle preparare la pappa, un piatto di ravioloni in
brodo, quello di gallina, non quello del dado.
Primo
giorno al mare a mostrare le belle chiappe chiare e
naturalmente solamente ed esclusivamente sulla spiaggia
libera. Solito rito di ogni mattina, trovarsi il posto e
piantare l'ombrellone comperato al supermercato, sistemare
il lettino e le due sedioline prima di andare a bagnarsi i
piedi nell'acqua salata.Un rito ormai che si ripete da circa
trent'anni. Francavilla al Mare ( CH )sembra
una di quelle cittadine di mare spuntate negli ultimi
decenni sull’Adriatico grazie al turismo balneare, invece
mostra radici antichissime: le tracce dei primi insediamenti
umani risalgono a fine 800, sulle colline di Santa Cecilia.
Per parlare, tuttavia, di un centro abitato vero e proprio
dobbiamo rifarci a un atto di Guglielmo I, re di Sicilia,
che, nel 1162, fa menzione di Francavilla.Gli storici
sembrano accettare la spiegazione comune a parecchie
località di denominazione analoga: Francavilla ovvero <città
franca>, cioè libera da tributi e dipendenze feudali. Il
nucleo medievale del borgo, che oggi è chiamato Paese Alto,
era occupato dalla Civitella circondata da mura e difesa da
torri; non aveva al suo centro un palazzo signorile o un
castello. Il punto di riferimento del borgo era l’antica
Chiesa di San Giovanni Battista, che in seguito nel 1300
prese il nome di San Francesco e di cui rimane ancora
qualche rudere. Il resto del Paese Alto si aggiunse nel
corso dei secoli alla Civitella assumendo la caratteristica
pianta a spina di pesce e fu anch’esso circondato da mura
che si aprivano in tre porte: Porta San Franco, Porta Ripa e
Porta della Marina. Nel sec. XIII sorse la Chiesa di Santa
Maria Maggiore, detta comunemente di San Franco, una chiesa
che divenne importante arricchendosi nel 1413 del prezioso
Ostensorio di Nicola da Guardiagrele. Al mare la cittadina
deve il suo sviluppo e nel Settecento ebbe perfino un porto
vivace e trafficato; dal mare, tuttavia, ha avuto incursioni
e scorrerie, la più disastrosa delle quali è stata quella
dei Turchi il 31 luglio 1566 che distrusse le mura,
incendiò chiese e palazzi e fu la causa della cattura di
molti abitanti. Si può dire che solo nel 1800 Francavilla
tornò al suo splendore e negli ultimi decenni del XIX
secolo da antico borgo arroccato sul colle si trasformò in
un ridente centro di villeggiatura con la nascita dei nuovi
quartieri della Marina. Iniziò l’epoca della <moda dei
bagni> con la venuta di Romani e Pugliesi sulle spiagge
dell’Adriatico e Francavilla divenne uno dei più rinomati
centri di villeggiatura estiva. La sua fama si accrebbe con
il Cenacolo di artisti che Francesco Paolo Michetti
accoglieva nel suo Convento: D’Annunzio, Tosti, Barbella,
Scarfoglio. Questo periodo fiorente fu bruscamente
interrotto dagli eventi del secondo conflitto mondiale:
dal dicembre 1943 fino a giugno 1944 la linea del fronte
restò ferma a pochi chilometri da Francavilla, ormai quasi
completamente distrutta. Oggi Francavilla si stende tra la
spiaggia e la collina, a poca distanza da Chieti e
vicinissima a Pescara, al cui litorale si è addirittura
appoggiata e ha raggiunto le sponde del Foro. Animatissima
durante la stagione estiva grazie alla presenza di turisti e
villeggianti locali e provenienti dalle altre regioni e nazioni,
in inverno conduce una vita più tranquilla per risvegliarsi
con rinnovata vivacità in occasione del Carnevale, con la
sfilata dei carri allegorici che raccoglie migliaia di
spettatori provenienti da tutta la regione. Quest'anno la
spiaggia non è particolarmente affollata, la prima linea
quella nelle vicinanze della battigia è occupato come al
solito dai cinesi che espomgono la loro merce ai turisti che
comprano abbastanza permettendo il loro proliferare lungo
tutto il litorale da Pescara fino a Ortona.Questi non
pagando una lira di tasse proliferano con le loro bancarelle
guadagnando a scapito dei negozi del litorale che fidando
nell'arrivo del turista, cercano di rientrare delle spese
con i saldi. La gente compera dal cinese, l'attività cresce
e loro invece di otto ore lavoreranno dieci quindici ore per
far fronte alle numerosissime richieste.Questi domani
saranno i nuovi padroni e a differenza dei marocchini,che si
adattano a fare tutto, saranno loro a dare lavoro.
Capita a volte
che la cima del colle, che domina la vallata del Pescara,
sia circondato da nubi e la città sia invisibile come quando
il suo patrono,San Giustino la nascose agli occhi dei
Saraceni che già avevano devastati i borghi della
costa. Così racconta la tradizione popolare in una delle
tante leggende che si intrecciano con la storia di
Chieti,
l'antica Teate Marrucinorum.Un racconto che inizia tremila
anni fà, 500 anni prima della nascita di Roma, mezzo secolo
prima della conquista di Troia. Un racconto che si può
ripercorrere prima con le visite sl MUSEO NAZIONALE
ARCHEOLOGICO D?ABRUZZO ( Villa Frigeri ), all'interno della
Villa Comunale e al MUSEO ARCHEOLOGICO LA CIVITELLA, poi con
un giro nei siti archeologici della città. Dell'antica via
consolare, la TIBURTINA VALERIA CLAUDIA che collega TEATE
con Roma , restano oggi tracce nella zona della Civitella,
di Via del Popolo e di Porta sant'Andrea, ma i tesori che
quell'epoca ha lasciato a Chieti sono altri : Le Terme,
nella zona orientale mdella città, L'Anfiteatro nel
quartiere della Civitella e i Tempietti Romani proprio in
centro, dietro il corso Maruccino. Chieti , posizionata su
un colle a 330 m. s.l. del mare, che da sulla valle del
Pescara è considerata la città della cultura in Abruzzo
insieme ad Aquila e destate di sera è piacevole passeggiare
lungo il corso perchè c'è sempre un filo d'aria che
rinfresca tutto.
Ai piedi della
collina si è sviluppata Chieti Scalo, l'area moderna della
città con i suoi commerci e la sua vasta zona industriale.
Una filovia da inaugurare dovrà collegare la parte nuova
della valle con la città.
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