A
CHIETI
GITA
LUNGO LA COSTA DEI TRABOCCHI DEL 14 AGOSTO 2004
Proseguendo nel
nostro peregrinare attraverso la costa abruzzese, della
provincia di Chieti
è d'obbligo una visita al " Giardino di Pietra ".Si arriva
in questo posto dove regna la quiete e il silenzio più
profondo. Siamo al cimitero canadese, caduti nella Seconda
guerra Mondiale. Una sosta in mezzo a questi prati
verdissimi e con quei fiori inusuali in Abruzzo, scorrendo
ad una ad una le decine e decine di lapidi, tutte bianche,
che narrano come in una antologia di vicende umane, la loro
storia, di giovanetti strappati alla loro patria, morti in
questa landa senz'altro, alla maggior parte di essi,
sconosciuta.
Dopo
questo momento di commozione si riparte per continuare la
nostra scoperta del litorale chietino. Siamo nei pressi
della spiaggia del Turchino, vicinissimi all'eremo
dannunziano. Quì il Vate e la divina Duse passarono giorni
indimenticabili. Siamo nei pressi di San Vito, sul belvedere
dell'eremo, affacciandoci sullo strapiombo del Promontorio
delle ginestre si scorge il trabocco descritto da D'Annunzio
"..proteso sugli scogli, simile ad un mostro in agguato, con
i suoi cento arti...".Siamo proprio nel giardino della casa
colonica dove il Vate ideò la tragedia < Il trionfo della
Morte >. Nella casa sono ancora conservati alcuni oggetti e
un abito della Duse. Il proprietario ci indica anche lo
strapiombo dove i due personaggi della tragedia avrebbero
deciso di spiccare il salto nel vuoto suicidandosi.
Scendendo lungo il costone si arriva al trabocco, ma la
fista del medesimo è godibile anche da quassù.
San Vito,
il Paese delle Ginestre, come D’Annunzio amava definirlo, si
erge su un costone proteso verso il mare, circondato da una
campagna ricca di uliveti e di vigneti, e coperto di ville e
giardini, di case bianche e casolari sparsi. La storia di
questo antico sito affonda le sue radici in epoca
medioevale, come testimoniano la Chiesa di San Vito in
Portulo edificata intorno all’anno Mille e le rovine di una
grangia dei benedettini; il porto, chiamato del Gualdo,
costituiva uno scalo importante e Roma ne fece una delle
basi per il dominio del Mediterraneo. Alla sua distruzione,
ne venne costruito un altro con torre di difesa nei primi
anni del XV secolo e contese ad Ortona il primato dei
traffici portuali costituendo lo sbocco naturale per le
merci provenienti dalla ricca città di Lanciano. Nel 1528 il
feudo di San Vito passò sotto il dominio di Sancio Lopez e
gli ultimi feudatari furono i duchi Caracciolo dei Principi
di San Buono. Percorrendo il Corso principale, su cui si
affacciano negozi e caffetterie, si incontra la Chiesa
Parrocchiale, dove si venera S. Vito martire, protettore del
paese, che venne costruita nei primi anni del 1800 ed è
stata eletta Parrocchia nel 1871. Nel 1911 venne restaurata
e arricchita di sette altari marmorei e di un bellissimo
fonte battesimale. L’interno, a croce greca, è
caratterizzato da colonne di stile corinzio e cupola
centrale, dove si custodisce una croce processionale
d’argento. Conclude il Corso l’antica Chiesa della Famiglia
Dazio Tosti intitolata a San Francesco di Paola in cui viene
conservato un busto ligneo del XVII secolo rappresentante il
Santo, mentre su un muro esterno alla Chiesa una lapide
ricorda i bombardamenti navali subiti da San Vito durante la
Prima Guerra Mondiale. Dietro questa Chiesa si apre il
Belvedere Marconi, una rotonda che poggia sulla parte più
alta e sporgente del promontorio del paese, da cui è
possibile scorgere l’Eremo Dannunziano. A questo tratto di
costa, ricco di piccole insenature e calette, aggiungono
fascino i trabocchi, strutture <simili a ragni
colossali> e, quando la marea è bassa e infuria la tempesta,
un’antica credenza racconta che, sullo scoglio sottostante
l’Eremo, si scorgano due impronte di zampe animalesche, che
gli abitanti del luogo affermano essere dei piedi del
diavolo: sono i diavoli che ballano per la gioia di vedere i
marinai che muoiono nel peccato. Il mare è sempre stato un
elemento naturale di grande rilevanza per gli abitanti della
costa: si narra che la Madonna, in una terribile notte
burrascosa, apparve a una paranza di San Vito e la trasse in
salvo. Ogni anno si ricorda questo prodigio con i
festeggiamenti che si svolgono sul mare, in onore della
Madonna, l’ultimo sabato di luglio. La pittoresca spiaggia
racchiusa dalle scogliere, pullula di ombrelloni e piccole
imbarcazioni e viene abbellita dalla presenza dei
caratteristici cespugli dai fiori gialli....
Siamo arrivati quasi a mezzogiorno ed è ora di
pranzare. Riscendiamo sulla statale che costeggia la
ferrovia e ci fermiamo al primo ristorante sulla destra per
farci una bella scorpacciata di pesce, quì uno vale l'altro
perchè la qualità è sempre altissima e il cliente va via
sempre soddisfatto anche per il prezzo.
Da
mangiare non dimenticate di farvi servire le seppie ripiene alla
sanvitese, tacconcini al sugo di pesce e " le rintrocelle ",
pasta fatta a mano e tagliata con uno speciale mattarello e
infine la immancabile zuppa di pesce che da queste parti è
semplicemente deliziosa.
Continua>>>>
|
|
|